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Calabria » Parchi e siti archeologici in Calabria

Parchi e siti archeologici in Calabria

Vista del parco archeologico di Sibari

Secoli di storia

La Calabria è senza dubbio una delle aree italiane più ricche di fascino e storia. Merito anche dei numerosi parchi e siti archeologici, i cui reperti raccontano le storie delle culture che si sono susseguite su questa fiorente terra. Con i Greci, prima, e i Romani poi, la regione ha raggiunto il suo massimo splendore: città come Locri, Crotone e Sibari, solo per citarne alcune, hanno rappresentato le colonne portanti della Magna Grecia in Italia, e costituirono successivamente i preziosi avamposti meridionali dell’Impero Romano, impegnato a conquistare le terre d’Africa. Secoli di storia e di dominazioni che costituiscono un ulteriore motivo per scegliere la Calabria per le vacanze perché spesso desideriamo aggiungere cultura e conoscenza a mare e divertimento.

I siti archeologici più interessanti

Partiamo dal principio: l’attuale Caulonia, splendida cittadina di stampo greco in provincia di Reggio Calabria, è ciò che rimane dell’antica Castrum Vetus, la civitas eretta oltre un millennio di anni fa nell'area compresa tra Punta Stilo e Monasterace Marina. A testimoniare la presenza dei greci nella zona è il grande tempio dorico, probabilmente costruito nel V secolo a. C. dedicato ad Apollo Katharsios. Fu Paolo Orsi, negli ultimi anni del 1800, a scoprire questi preziosi reperti che oggi rappresentano il cuore del sito archeologico di Monasterace – Caulonia, dove è possibile immaginare la vita che quasi 3 mila anni fa animava queste zone. Il santuario della Passoliera, di cui rimangono alcuni reperti architettonici, doveva costituire il fulcro della città, all’interno del quale venivano custodite le più importanti ceramiche prodotte dagli artisti del luogo, conservate con cura fino ai giorni nostri. Rimane visibile, inoltre, parte dell’abitato dell’epoca, dall’impianto ortogonale, disposto parallelamente alla costa. Tra i resti, merita una visita la Casa del Drago, così chiamata dal gigantesco mosaico ritrovato al suo interno in cui è raffigurato un vero e proprio mostro marino. E se amate il mare, tuffandovi nell’acqua cristallina della spiaggia antistante, potreste avere la fortuna di ammirare alcuni rocchi di colonne millenarie, per uno spettacolo indimenticabile.  

Spostiamoci di una novantina di chilometri a nord, e troviamo un altro parco archeologico che non può mancare nell’itinerario di visita per chi decide di trascorrere le vacanze in Calabria. All’interno del comune di Lamezia Terme sorge la vastissima area archeologica dell'antica Terina. All’interno di un’area altamente panoramica, il cuore pulsante di questa zona è stato individuato nei pressi del quartiere di Sant'Eufemia Vetere. Molto suggestivo il leit motiv della sirena Ligea, una figura mitologica che compare sulle monete coniate da Terina e su molte delle terrecotte custodite nei templi. A pochi passi dal sito, inoltre, è possibile visitare ciò che rimane dell'Abbazia Benedettina, eretta nell’XI secolo e in parte distrutta da un terremoto a metà del ‘600.  

Sempre sulla costa tirrenica, ma più a sud, incontriamo i resti della mura di Hipponion, fondata nel VII secolo a.C. nei pressi dell’attuale Vibo Valentia. A costruirla furono i reggenti di Locri, distanti più di 80 km sulla sponda jonica, che decisero di assicurarsi il controllo anche della fascia centro-meridionale della Calabria tirrenica. Ma nel 422 a.C., fu Gelone di Siracusa, messo al governo della cittadina, a dichiarare guerra, e poi a sconfiggere, i padroni della locride. Una storia di continue occupazioni e battaglie che proseguì fino al 100 a.C. e che rimane tangibile nei reperti rinvenuti nella zona. Come ai già citati resti delle mura, che si estendono per circa 8 km, su cui sorgevano imponenti torri circolari, utilissime per avvistare in anticipo gli attacchi sferrati dalle truppe nemiche dei territori limitrofi. Molto suggestivi anche i resti del tempio dorico, probabilmente dedicato a Proserpina, la dea romana il cui culto era molto diffuso tra gli abitanti di Hipponion. Significativi, infine, anche i resti, emersi in località Stanislao Aloe, di un vero e proprio impianto termale, reso unico e abbellito da mosaici di pregevole fattura.  

Quando la natura incontaminata abbraccia la storia e la rende immortale: ecco come si potrebbe sintetizzare l’immagine meravigliosa del parco archeologico di Sibari, una delle zone più affascinanti di tutta la Calabria. Qui, infatti, tra i fiumi Crati e Cosciale, rimangono i resti della più ricca e antica colonia achea d'Italia, che fu eretta addirittura nel lontano 730 a.C., la seconda civitas della Magna Grecia, in termini di grandezza, dopo Taranto. I ritrovamenti archeologici della zona hanno fatto riaffiorare lo splendore dei tempi romani, anche se ancora oggi sono aperti alcuni cantieri che hanno l’obiettivo di ridare alla luce ulteriori parti della città, ancora più antiche. Ciò che possiamo ammirare ora è comunque già qualcosa di magnifico: dalla sede di un collegio, dotato di un bellissimo alto podio che sovrastava l’intero edificio, ai frammenti architettonici di un primitivo luogo di culto, situato appena fuori dall'abitato di Sibari. Ma a catturare completamente l’attenzione è sicuramente il teatro dotato di due colonnati importanti. Nelle vicinanze vi è il sito archeologico Castiglione di Paludi, nell'omonimo comune in provincia di Cosenza. Qui è possibile osservare una necropoli dell'età del ferro, un centro fortificato, risalente al IV-III secolo a.C., da cui è venuto alla luce un teatro con sedili scavati nella roccia, e infine un certo numero di terracotte votive, testimoni dell'esistenza di un luogo di culto.

Vogliamo chiudere il nostro percorso nella storia più remota in un parco archeologico greco-romano che, leggenda vuole, fu fondato da Ulisse, naufragato in quella terra durante le vicende legate a Troia. Il sito di Scolacium è collocato ad una decina di chilometri dall'attuale centro di Squillace, appena fuori dai confini della piccola cittadina di Borgia, in provincia di Catanzaro. Gli scavi, avvenuti in tutto il secolo scorso, hanno riportato alla luce l'area del foro, il cuore pulsante della vita cittadina di allora, il luogo in cui, stando ai ritrovamenti, si sono anche concentrati i monumenti più importanti della colonia. Ci riferiamo ad esempio ai resti del Capitolium, l’imponente monumento religioso, della Curia, la sede del senato locale, e del Caesareum, l’edificio in cui si celebrava il cosiddetto culto imperiale.